Welfare, previdenza, equo compenso, tutela dei pagamenti e detassazione delle spese per formazione professionale: sono alcuni dei punti presentati oggi agli Stati Generali da CNA Professioni. Un esercito che conta quasi 800mila unità: sono tanti i professionisti non organizzati in albi e collegi che CNA rappresenta.
I professionisti, una realtà penalizzata
Una realtà importante, eppure spesso penalizzata in modo ingiustificato. Come è avvenuto con i provvedimenti adottati in relazione all’emergenza epidemiologica. E che, di fronte alle nuove sfide del mercato che si aprono con il dopo-emergenza, chiede le giuste risposte. Pur con la palese intenzione di voler coinvolgere tutti i professionisti, è chiaro che a leggere le disposizioni in merito all’ accesso al fondo mutui prima casa o di garanzia, per citare alcuni casi, questo mondo è ancora poco conosciuto e fatica a trovare l’attenzione che merita da parte del legislatore. Eppure dal 2013 c’è una legge che definisce chiaramente le caratteristiche delle professioni non ordinistiche.
L’osservatorio CNA sui professionisti
Una realtà che ha visto una forte crescita nell’ultimo decennio in considerazione della capacità del lavoro autonomo e professionale di rispondere ai nuovi bisogni della società, delle famiglie e delle imprese. E che può vantare punti di forza importanti, come la flessibilità, la velocità di risposta ai bisogni e l’alta specializzazione. Racchiude professionalità eterogenee e altamente qualificate, che operano in una vasta gamma di settori economici e investono grandi risorse in formazione; coinvolge sempre più giovani e conta molte donne. Eppure la loro protezione sociale è percepita essere molto debole. E questo perché i professionisti non iscritti a albi e collegi, che CNA rappresenta, non godono di ammortizzatori sociali e hanno scarsi strumenti di welfare e conciliazione. Altra caratteristica è la fragilità sia organizzativa che economica.
L’analisi CNA sul tavolo del governo
Questi gli aspetti emersi nel nostro osservatorio, che produciamo ogni anno, e che coinvolge 39 professioni diverse, rientranti in tre macro-settori di servizi: per il benessere, per le persone, per le imprese. Un’analisi che nasce dall’esigenza di facilitare la lettura e la comprensione di questa variegata realtà, in continua evoluzione. Da qui un punto di partenza importante portato all’attenzione del Governo.