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Contro il caro-energia riformare la bolletta e i mercati

Il caro-energia si è trasformato in emergenza economica e politica che richiede interventi su più livelli che devono contenere lo stesso comun denominatore e la medesima matrice, altrimenti il treno dell’efficientamento energetico e dello sviluppo sostenibile rischia di deragliare.

Alcune indicazioni preziose per misurare l’enorme rincaro delle bollette e orientare una strategia efficace arrivano da una indagine realizzata dalla CNA presso circa 2.500 imprese e ripresa in un articolo de Il Foglio.

Dallo studio emerge che l’impennata dei costi energetici avrà impatti significativi sul 95% del campione, con intensità differenziata, ma sufficiente ad alimentare due spettri: il ritorno delle tensioni inflazionistiche e il rallentamento della ripresa economica, già certificato dai principali previsori internazionali.

Per contenere gli effetti del balzo dei costi energetici, il Governo è intervenuto stanziando risorse per un ammontare straordinario di oltre 10 miliardi (compreso i recenti interventi attesi con il sostegni-ter). Sterilizzare parzialmente i rincari delle bollette è utile nella fase emergenziale, ma deve essere una sorta di ponte verso l’individuazione rapida di soluzioni strutturali e coerenti con gli obiettivi di politica energetica che l’Italia e l’Europa hanno fissato ma che troppo spesso ignorano nel disegnare indirizzi e strategie. Inoltre i sussidi presentano il limite economico di funzionare come agente dopante senza modificare la struttura della domanda e dell’offerta.

Una evidenza è la scelta di qualche anno fa di puntare su forme di sussidio per i cosiddetti energivori nel tentativo di fermare i trasferimenti di importanti attività piuttosto che definire programmi di incentivazione per l’efficienza energetica. Una scelta che ha determinato l’acuirsi di sperequazioni e iniquità.

Dalla indagine della CNA emerge un’altra indicazione sulla quale la politica è chiamata a misurarsi e riguarda le opzioni strategiche per rafforzare il sistema energetico evidenziando che gli orientamenti del sistema delle imprese sono a basso contenuto ideologico.

Tali orientamenti dovrebbero far riflettere su alcune analisi probabilmente un poco precipitose e superficiali che possono condurre a confondere le cause con gli effetti.