Il recupero dell’occupazione, cominciato con le riaperture di maggio delle attività, è proseguito durante la prima fase dell’estate. E, grazie anche al divieto di licenziamento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, ha permesso variazioni congiunturali e tendenziali positive.
A rilevarlo l’Osservatorio lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione nell’artigianato e nelle piccole imprese dal dicembre 2014, alla vigilia della stagione di riforme del mercato del lavoro.
Sia pure in un quadro caratterizzato ancora da una incertezza per nulla trascurabile, a luglio l’occupazione nelle imprese artigiane, micro e piccole è aumentata dello 0,9 per cento rispetto a giugno e dello 0,1 per cento su luglio 2019. Le assunzioni sono tornate a crescere su base annua (+7,1 per cento) dopo quattro mesi di contrazioni molto ampie. Rispetto a dodici mesi fa invece sono diminuite le cessazioni (-26,8 per cento). La crescita dei nuovi posti di lavoro è dovuta principalmente al discreto andamento della stagione turistica, risultata meno sfavorevole di quanto previsto.
Luglio potrebbe segnare una svolta per il mercato del lavoro italiano? È troppo presto per dirlo anche se dopo una perdita cumulata di 556mila posti di lavoro tra febbraio e giugno, proprio a luglio gli occupati sono tornati ad aumentare, benché di appena 85mila unità.
L’andamento del mercato del lavoro dipende da più fattori. A luglio, per tradizione, sui livelli occupazionali incidono principalmente le attività turistiche, a spiccata stagionalità. Non è un caso che le assunzioni in questo mese sono in prevalenza non permanenti. Se in autunno la ripresa congiunturale dovesse irrobustirsi non è escluso un recupero più rilevante dell’occupazione. In attesa del banco di prova di gennaio, quando cadrà il divieto di licenziamento per gli occupati a tempo indeterminato.