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Nasce CNA Aerospazio. La Confederazione entra in un settore ad altissimo valore aggiunto e strategico

E’ nata CNA Aerospazio. CNA completa così la scelta strategica di costituire un comparto aerospaziale/aeronautico con l’obiettivo di favorire la crescita delle Pmi in questo importante settore industriale. La Confederazione ha affidato la responsabilità del progetto a Gaetano Bergami, ex presidente nazionale di CNA Produzione, titolare di una primaria azienda del settore. CNA Aerospazio è già stata chiamata nei giorni scorsi, con i principali attori del comparto, a incontri istituzionali in sede nazionale. “L’aerospazio – ha dichiarato Bergami – è un settore molto promettente per lo sviluppo nel medio periodo di tante imprese associate che possiedono qualificate competenze tecnologiche e che potrebbero operare nel settore. Rappresenta un investimento per il futuro delle imprese e per la ripresa del Paese”.

L’aerospazio è ritenuto, ovunque, un comparto di valenza strategica, trainante per l’economia tanto in via diretta quanto in via indiretta. Studi economici internazionali (come gli Oxford Economics) evidenziano l’effetto moltiplicatore degli investimenti in campo aerospaziale: ogni euro investito nel comparto si traduce in una crescita di ricavi pari a due volte e mezza l’importo dell’investimento con una pari ricaduta anche sull’occupazione, di solito qualificata e altamente qualificata.

Una ricerca di inizio 2020 dell’Am-Chamber (la Camera di commercio Usa in Italia) ha stimato in 16 miliardi di euro il volume d’affari complessivo diretto dell’aerospazio nel nostro Paese, segnalando una crescita del 16,5% in cinque anni. Il comparto dà lavoro a circa 50mila addetti, tecnici e ricercatori nel Paese, oltre ai connazionali impegnati in consociate estere di proprietà tricolore.

Il settore è formato in prevalenza da imprese piccolissime, piccole e medie, tutte o quasi dal contenuto tecnologico nettamente superiore alla media della platea imprenditoriale nazionale, tanto da destinare poco meno del 13% del fatturato in ricerca, sviluppo e innovazione. Investimenti dai quali scaturisce l’exploit anche nella registrazione di brevetti: nell’ultimo decennio mediamente 8,5 per impresa contro l’1,5 globale.