Nelle discussioni sulle App di tracciamento dei contatti si confrontano due approcci.
Il primo sostenuto dai governi ( ad esempio Francese ed Italiano) è quello di centralizzare la raccolta delle informazioni in una banca dati unica a disposizione delle autorità, con l’accesso ed il controllo diretto delle informazioni da parte dei governi.
Il secondo, sostenuto dalle due multinazionali Apple e Google prevede la raccolta dei dati in locale sul singolo device, gli applicativi previsti dai governi gestirebbero poi l’avviso ai potenziali contagiati e la raccolta anonimizzata dei dati.
I due diversi approcci coinvolgono sia le problematiche relative alla sicurezza dei dati sia quelle della privacy dei soggetti interessati ed ampie discussioni sono in atto in molti paesi Europei sulle modalità di funzionamento e di utilizzo di questi strumenti.
Gli attuali “casi di successo” nel contenimento dell’epidemia: Cina, Korea del Sud, Taiwan hanno implementato strategie centralizzate ma secondo logiche lontane dai concetti di privacy presenti negli stati occidentali e risultano difficilmente applicabili.
Apple e Google hanno raggiunto un accordo di collaborazione per definire il framework “Exposure notification” che garantisce una forte interoperabilità tra i rispettivi sistemi operativi iOS ed Android che sono utilizzati praticamente da tutti i telefoni mobili presenti nei mercati occidentali.
Un aspetto centrale del problema è che questi sistemi sono chiusi ed appartengono ad Apple e Google.
Qualsiasi App sviluppata anche in modo indipendente deve necessariamente utilizzare le funzionionalità e gli strumenti software messi a disposizione dai due sistemi operativi per accedere alle componenti fisiche del telefono rispettando i vincoli e le logiche scelte dal costruttore.
Nel caso specifico le App dovranno seguire le regole stabilite dalle case cotruttrici per la crittografia dei dati, per l’uso dei dispositivi bluetooth, per l’accesso alla memoria, per la trasmissione dei dati ecc.
Poiché le App sono, in questo caso, un aspetto della politica sanitaria degli stati, possiamo dire che, chi controlla la tecnologia controlla la politica mentre la politica non controlla la tecnologia.
Se allarghiamo lo sguardo agli aspetti geopolitici, questo caso mette in luce un aspetto strategico:
nell’ambito delle tecnologie ICT e delle telecomunicazioni sia dal punto di vista hardware sia dal punto di vista software, gli USA e la Cina controllano il mercato, l’Europa non ha più leaders nel settore e rappresenta essenzialmente un mercato di utenti.
L’ampia discussione in atto sulle problematiche della privacy e sui pericoli della centralizzazione dei dati nelle mani dei governi sono uno degli aspetti della realtà ma è necessario sottolineare l’aspetto della “Sovranità Digitale” ovvero della capacità da parte di un sistema sociale (Nazione, area economica, Federazione di stati…) di mantenere il governo ed il controllo sui propri dati ovvero sull’infrastruttura digitale che è il sistema nervoso che permette la vita stessa del sistema sociale, economico e politico.
Tra le numerosissime carenze, inadeguatezze sottovalutazioni che l’epidemia sta portando alla luce c’è anche la perdita della “Sovranità Digitale” e senza questa molte altre problematiche come la sicurezza e la localizzazione dei dati, l’accesso riservato, la privacy delle persone cambiano di prospettiva od assumono diversa importanza.
Se non si è in grado di essere autonomi nella progettazione e nella gestione di una App, qual’è il grado d’indipendenza digitale esistente attualmente in Europa? Nei vari stati e nelle applicazioni strategiche della Pubbliche Amministrazioni?