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Allarme Cna: 135mila parrucchieri a rischio per apertura ritardata al 1° giugno

In Croazia, Germania, Grecia, Norvegia e Svizzera hanno riaperto, in Francia si apprestano a farlo – Crescita dell’abusivismo e dei servizi forniti a domicilio, illegali e senza rispetto della sicurezza

Tra le categorie più deluse dai dettagli della “fase 2” presentata dal premier Giuseppe Conte domenica ci sono i parrucchieri e i saloni di bellezza, che dovranno aspettare il 1° giugno per riaprire, mentre si aspettavano una data simile a quella prevista per i negozi (18 maggio).

L’appello della Cna
«Desta sconcerto e rabbia il fatto che nel Dpcm del 26 aprile non si faccia alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica – spiega la Cna in una nota –. L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno, è intollerabile. Rappresenta una condanna a morte per l’intero settore». Il settore conta circa 135mila imprese e dà lavoro a 260mila persone e «partecipa in maniera determinante all’economia italiana – si legge nella nota della Cna – oltre a essere essenziale per garantire il benessere della popolazione». Secondo le associazioni di categoria il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire. «Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale di scelte scellerate come quella di una chiusura così prolungata. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe», incalza la Cna.

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